DUE POESIE “PER NICOLA CALIPARI” DI BIAGIO CARRUBBA.

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Per Nicola Calipari

Ad un anno dalla morte il tuo ricordo
non è scomparso, anzi il ricordo
della tua abnegazione e della tua
generosità si è rafforzato in noi.
Ci rendiamo conto del tuo gesto eroico
con il quale vive ancora oggi
l’incolpevole e coraggiosa Giuliana,
la quale soffre continuamente
la tua prematura e volontaria morte.
La vita continua comunque sulla terra,
ma nulla è cambiato in Italia,
dal giorno della tua scomparsa.
L’unica cosa positiva è quella che
Berlusconi, causa indiretta e determinante,
della tua morte, sta per andarsene
e così libera l’Italia dalla sua
ingombrante e vergognosa presenza
per cui noi non possiamo che
esserne lieti e felici.
Finisco questa rievocazione con tristezza,
ma anche con un monito ai potenti
e padroni della terra,
affinché rinuncino alle guerre che
portano morti inutili e profondi dolori.
Riporto, infine, il bell’appello di Primo Levi
ai potenti del mondo:
“Potenti della terra padroni di nuovi veleni,
tristi custodi segreti del tuono definitivo,
ci bastano d’assai le afflizioni donate dal cielo,
prima di premere il dito, fermatevi e
considerate”.
Dedicata a Giuliana Sgrena affinché la sua
vita possa continuare nel miglior modo
possibile in una Italia, priva del cavaliere,
e governata da uomini politici che si
impegnino a perseguire la pace nel mondo.

Ripropongo la stessa poesia ma scritta su emulazione della poesia ANNO DOMINI MCMXLVII di Salvatore Quasimodo.

Per Nicola Calipari

Nel primo anniversario della morte di
Nicola Calipari.
Parla Nicola Calipari rivolgendosi a
Silvio Berlusconi:
“Hai finito di far battere i tamburi
a cadenza di morte su tutti gli orizzonti.
Hai finito di far trasportare la bara
stretta nella bandiera.
Hai finito di rendere piaghe e lacrime
a pietà, rovina su rovina.
E ora che hai portato le armi in Iraq
lasciami un giorno senz’armi sopra l’erba,
al rumore dell’acqua in movimento,
al rumore di canne fresche tra i capelli,
mentre abbraccio mia moglie e
i miei bambini che amo e mi amano.
Lasciaci un solo giorno per noi,
o pseudo Padrone d’Italia,
prima che rulli ancora l’aria e il ferro,
e una scheggia ci bruci in piena fronte”.
Straziante l’immagine di Ciampi che
abbraccia la bara di Calipari
per infiniti minuti di silenzio,
rimasti indelebili nei nostri cuori.

 

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Modica, 24/ 12/ 2018                                                                    Prof. Biagio Carrubba

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