21. Cesare Pavese. Piccola biografia di Cesare Pavese.

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Cesare Pavese nacque a Santo Stefano Belbo in provincia di Cuneo, il 9-9-1908. Dopo gli studi a Torino, dove si laureò con una tesi sul poeta americano Walt Whitman. Poi tradusse in italiano alcuni capolavori americani come Moby Dich. Pere i suoi contatti culturali antifascisti, il governo fascista lo inviò al confino in Calabria. Ritornato a Torino continuò il suo lavoro di scrittore di notevole successo letterario, fino al 1950, quando si suicidò il 27 agosto nell’albergo “Roma” per un eccesso di sonnifero. Il 18 agosto nel suo diario aveva scritto << Tutto questo fa schifo. Non parole. Un gesto>>. Le opere poetiche di Cesare Pavese. Pavese pubblicò il suo primo libro di poesie nel 1936 ” Lavorare stanca”. Poi il piccolo canzoniere ” La terra e la morte” del 1945 e postuma uscì la raccolta di poesie ” Verrà la morte e avrà i tuoi occhi” pubblicate nel 1951 nel volume omonimo (Einaudi, Torino 1951).

Introduzione alla poesia ” Verrà la morte e avrà i tuoi occhi”

Questa poesia è la quarta poesia ed è la poesia che da il titolo a tutta la raccolta ” verrà la morte e avrà i tuoi occhi” formata da 10 poesie (8 in italiano e 2 in inglese). Le 10 poesie furono scritte per l’attrice americana Constance Dowling tra l’11 marzo e l’11 aprile 1950, probabilmente scritte tutte a Torino. Esse furono trovate alla morte del poeta in una cartella nella scrivania del suo ufficio nella casa editrice Einaudi. La poesia fu scritta il 22-3-1950 ed è rivolta, come tutte le altre poesie all’attrice americana, direttamente a lei, indicandola in seconda persona. Tutte le poesie descrivono ed esprimono l’amore, o meglio il flirt come dice il poeta nell’ultima poesia, tra lui e l’attrice americana. La prima poesia ” To C. from C 2 fu scritta l’11 marzo, dopo un viaggio a Cervinia con l’attrice Constance Dowling. La prima e grande differenza tra la quarta poesia e tutte le altre è che la quarta poesia è l’unica di tono emotivo cupo e triste e preannuncia il suicidio del poeta, mentre le altre poesie esprimono l’amore in forma viva e tenero, benché conflittuale e tormentoso. Per esempio la seconda poesia termina con questo verso ” Sei la luce e il mattino”. Nella settima poesia dice: ” Dove sei tu, luce, è il mattino. / tu eri il mattino e le cose”. L’ultima poesia in inglese esprime perfettamente lo spirito della raccolta ora delicata ora teso: ” Era solo un flirt/ t certo lo sapevi- / qualcuno fu ferito/ tanto tempo fa. / È tutto lo stesso. / il tempo è passato- / un giorno venisti7 un giorno morirai. / Qualcuno è morto/ tanto tempo fa- / qualcuno che tentò / ma non seppe.

Parafrasi della poesia.

La morte verrà ed avrà i tuoi occhi (cioè mi guaderà attraverso i tuoi occhi e io guarderò lei attraverso i tuoi occhi). Questa morte, che ci (mi) accompagna dalla mattina alla sera, è insonne, è sorda, è come un vecchio rimorso e come un vizio assurdo, (cioè la morte che non dorme mai, che non ascolta nessuno, è come una vecchia colpa che ritorna sempre alla coscienza, è un male assurdo perché incomprensibile agli uomini). I tuoi occhi saranno muti come una parola vana, saranno chiusi come un grido taciuto, saranno fissi come un silenzio. Tu li vedi in questo modo ogni mattina, quando tu ti pieghi da sola nello specchio. O cara speranza, nel giorno della morte anche noi sapremo se dopo di essa ci sarà la vita o il nulla. La morte guarda tutti con uno sguardo. Il morire sarà come smettere il vizio di vivere (cioè sarà come finire il male di vivere), sarà come vedere apparire un viso dall’al di là, sarà come ascoltare un labbro chiuso (cioè sarà come vedere e sentire i visi dei mori che non parlano). Scenderemo muti nel gorgo (cioè nel tartaro della bellissima poesia di Anacreonte):

” Grigie ormai sono le tempie

e il capo è bianco,

e mi scrollano i denti

e la bella giovinezza non c’è più.

Della dolce vita

Poco tempo mi resta,

e spesso piango, ho tanta paura

del Tartaro.

Tremenda è la voragine dell’Ade,

e dolorosa è la discesa

laggiù;

perché, scesi una volta,

in su non si ritorna.

Analisi della poesia.

Tema generale della poesia.

Il tema generale della poesia è, senza dubbio, il presentimento che il poeta percepisce dentro di sé della propria morte e quindi anche la poesia preannuncia l’intenzione o meglio la decisone del poeta del proprio suicidio, che avverrà poco dopo il 27-8-1950. Ma la novità della poesia sta nel fatto che il poeta trasporta la morte negli occhi dell’attrice americana Constance Dowling, con la quale il poeta stava avendo un flirt come lui steso dice nell’ultima poesia della silloge. Il poeta unisce genialmente la propria morte negli occhi dell’attrice, che lo guardano attenti e fissi. L’idea della morte è per il poeta una compagnia fissa e continua. La morte effettiva è insonne, sorda è un male incomprensibile per gli uomini. Gli occhi della donna saranno spenti, muti, fissi. E la morte, dice il poeta, dirà agli uomini se dopo di essa ci sarà la risurrezione o il nulla eterno. La morte guada tutti con uno sguardo. E il morire sarà la fine al male del vivere, sarà come vedere riapparire visi dall’al di là, sarà come vedere visi dei morti che non parlano. Noi, umanità, uomini, scenderemo nel gorgo dell’Ade muti, silenziosi.

Argomento e personaggi della poesia.

Il personaggio principale della poesia è certamente l’imminente morte del poeta. L’idea della morte perseguita il poeta già da parecchi anni, ma questa volta la morte avrà gli occhi dell’attrice americana. L’attrice diventa a sua insaputa lo strumento involontario della morte, che guarda attraverso gli occhi dell’attrice. Il gorgo, il simbolo finale, assomiglia più al tartaro degli antichi dei greci, piuttosto che all’inferno o al paradiso dei cristiani.

Inizio, sviluppo, conclusione della poesia.

Il primo verso della poesia che dà il titolo all’intera raccolta poetica inizia con la certezza che ” verrà la morte avrà i tuoi occhi”.  Poi la poesia descrive la morte, insonne, sorda, che è simile ad un vecchio rimorso, a un vizio assurdo. Poi passa a descrivere gli occhi dell’attrice che lo guarderanno per l’ultima volta. La parte finale della poesia è dedicata all’ingresso nell’Ade. Nell’ultimo verso il poeta riprendendo il noi, già usato prima, intendendo con esso l’umanità intera dice che noi, uomini, scenderemo giù nel gorgo muti, perché la dolce vita è finita, la parola è vana e ci aspetta il lungo ed eterno silenzio dell’eternità.

Sentimenti espressi e sottintesi.

I sentimenti espressi dalla poesia sono soprattutto quelle di esprimere il tormento del poeta verso la vita, la sua inquietudine del vivere quotidiano. I sentimenti prevalenti sono quelli cupi e tristi della fine della propria vita; sono i sentimenti cupi e tristi del poeta che si consegna alla morte, anche se il poeta esprime lo spiraglio della salvezza eterna dopo la morte: ” O cara speranza/ quel giorno sapremo anche noi / che sei la vita o sei il nulla”.

Spirito e tono emotivo della poesia.

Lo spirito della poesia è tutto incentrato nel descrivere un tono emotivo elegiaco, triste, cupo per l’imminente tragedia che colpirà il poeta, cioè il suo suicidio.

Tesi globale e sintetica della poesia.

La tesi globale della poesia si può sintetizzare dicendo che la poesia è la rappresentazione della morte per immagini, per simboli, per similitudini che la descrivono come sorda, insonne personificata negli occhi dell’attrice.

Coerenza e coesione della poesia.

La poesia ha una coerenza logica forte e lineare e una coesione molto accurata fatta di rimandi anaforici e cataforici continui. Nella poesia non c’è nessuna sbavatura, nessuna parola in più, si avvicina molto alla poesia ermetica, pur descrivendo la morte con immagini vivide e icastiche- neorealistiche.

Lexis, modo di scrittura e tipi di periodi della poesia.

La poesia ha una lexis particolare, efficace, intensa originale, bella che unisce da una parte un esprimersi ermetico e dall’altra parte un esprimersi neorealistico. Ne risulta un impasto molto armonioso, chiuso, ermetico, essenziale, con una descrizione nuda e cruda dei suoi sentimenti, dei suoi tormenti, dei suoi conflitti interiori e dei presagi imminenti e nefasti.

Stile e figure retoriche della poesia.

Lo stile della poesia, sintesi di una scrittura ermetica e realistica, è originale e nuovo e ricco di figure retoriche. L’hornatus della poesia è ricco di figure retoriche difficili e di rara bellezza. La morte è personificata negli occhi dell’attrice americana. Poi vi sono molte similitudini come: ” questa morte (è) come un vecchio rimorso, o un vizio assurdo”. Poi vi sono molti ossimori come: ” vana parola, grido taciuto, labbro chiuso”. Poi vi è una bella apostrofe: ” O cara speranza”. Seguono alcune anafore, qualche rima, molte allitterazioni e una anadiplosi.

Linguaggio ed espressioni poetiche della poesia.

La poesia è tutta composta da un alto e lirico linguaggio poetico, aulico pregiato, nuovo, originale creativo ed è composta da molte espressioni poetiche come: ” sarà come smettere un vizio assurdo…scenderemo nel gorgo muti.”

Analisi del periodo della poesia.

 P e P. P /relativa/ P(è), P (è), P (è), o P (è) complemento di paragone aggiunto. (similitudini). P, P(saranno), P(saranno). (Analogie). P/ temporale/. P/ interrogativa indiretta- interrogativa indiretta disgiuntiva. P. P e P. P/ comparativa ipotetica, P/ comparativa ipotetica, P / comparativa ipotetica. P.

Riferimenti culturali della poesia.

La poesia ha almeno tre riferimenti culturali: il primo riferimento è alla poesia di G. Ungaretti, ” Inno alla morte”, il secondo riferimento è alla poesia ” Grigie sono le tempie” di Anacreonte; il terzo riferimento culturale è alla filosofia del primo Sartre e alla sua filosofia esistenzialistica scritta nel volume ” L’essere e il niente”.

Aspetti estetici della poesia

La poesia è bella soprattutto sul piano formale e sul piano del linguaggio, ricca di similitudini e di ossimori, piuttosto che sul piano dei contenuti, giacché la morte non risolve mai nessun problema, semmai lo taglia, lo termina in modo brusco e violento.

Commento e valutazioni miei personali.

A me la poesia piace molto perché esprime il dolore, il tormento del poeta ormai giunto alla fine della sua vita e grida disperatamente il suo dolore e la sua rabbia contro la vita sentita infelicemente e giudica spaventevole la discesa nell’Ade, perché “scesi una volta/ in su non si ritorna”. Anche sul piano del linguaggio la poesia è molto bella, melodica e esprime un ritmo lento e triste come il suo messaggio mortale.

Scritta il 18 marzo 1999.

Modica, rivisto e riordinato l’08 giugno 2023                           Prof. Biagio Carrubba

Modica, 12 giugno 2023 Prof. Biagio Carrubba

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